Autocompassione: una nostra alleata

Quando ci troviamo in un momento di difficoltà e cerchiamo una soluzione passiamo la maggior parte del tempo ad essere arrabbiati con noi stessi per avere comportamenti che riproducono gli stessi schemi, essere arrivati a quel punto o aver permesso che le cose fossero così.

Ma questo non fa altro che aggiungere sofferenza a quella che è già presente e spesso a innescare schemi mentali di ruminazione.

Ecco che l’autocompassione può venirci in aiuto per sostenerci in questi momenti.

Autocompassione significa “trattare noi stessi come faremmo in modo spontaneo con i nostri cari quando soffrono o falliscono”. Quando vediamo soffrire qualcuno a cui vogliamo bene è più facile riuscire ad essere empatici con lui cercando di rassicurarlo e fargli sentire la nostra vicinanza, attivando così la compassione. Abbiamo un desiderio di offrirgli aiuto, di fare qualcosa per farlo star bene.

Nello stesso modo dovremmo imparare a trattaci, senza critiche distruttive o rabbia perché non riusciamo ad essere diversi o a reagire, ma provando empatia per noi stessi. Possiamo riconoscere infatti di non essere gli unici a soffrire, a star male, a sbagliare, ad avere dei limiti, nessuno di noi è perfetto: questo ci lega a tutti gli altri esseri umani.

L’autocompassione può così venirci in soccorso, creando un dialogo gentile in grado di motivarci e incoraggiarci, mettendo fine alle brutali critiche che ci facciamo ogni volta. Permette di prenderci cura di noi, con amore, riconoscendo la nostra difficoltà o il nostro errore. Questo permette di vedere le possibilità che abbiamo di fronte con più chiarezza, aprendoci alle esperienze che viviamo.

Cosa è in grado di fare l’autocompassione per i nostri momenti di difficoltà?

CONFORTARE: dare sostegno ai nostri bisogni emotivi;

CALMARE: aiutarci a sentirci meglio e fisicamente calmi;

VALIDARE: comprendere con chiarezza la nostra esperienza e a trovare parole per descriverla parlando con noi affettuosamente e gentilmente;

PROTEGGERE: Cercare di sentirsi al sicuro (dire no a qualcosa che ci fa male);

INCORAGGIARE: Dare a noi stessi ciò di cui abbiamo bisogno per cambiare;

MOTIVARE: con gentilezza e sostegno e non con feroci critiche.

Capita però di vedere l’autocompassione come qualcosa di negativo poiché intorno ad essa esistono dei pregiudizi. Vediamone alcuni insieme:

  1. Spesso è associata all’egoismo. Ma essere benevoli con se stessi è la base di partenza per avere le risorse emotive per esserlo anche con gli altri.
  2. E’ legata al concetto di provare pena per sé. Al contrario, l’autocompassione ci predispone ad accettare e riconoscere sentimenti difficili con gentilezza e quindi a metabolizzarli più facilmente e andare avanti.
  3. Significa essere accondiscendenti. L’autocompassione esclude solo critiche aspre e dure che ci rivolgiamo e ci apre a vedere modi più costruttivi di fare le cose.

Il nostro atteggiamento può incidere molto sul nostro cambiamento e aprirci all’autocompassione può aiutarci in questo cammino.

Da dove iniziare?

  • Sii gentile con te stesso, prova a rivolgerti parole di comprensione e accettazione per ciò che stai provando;
  • Usa l’empatia anche per la tua sofferenza, non solo per quella degli altri
  • Elimina le critiche non costruttive dal tuo dialogo interno
  • Ricordati che la sofferenza e gli errori fanno parte della condizione umana, non siamo gli unici a sperimentarli.
  • Pratica mindfulness per vedere con più chiarezza la tua esperienza ed accettare più facilmente ciò che c’è.

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